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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0256 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 256 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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214   CAPITOLO SETTIMO

donna curva, la vedova, ma non le grava sopra, perchè è sorretto sempre da due

  • tre uomini. Sollevati i veli che coprono il catafalco, un uomo prende a piene braccia il fagotto e lo depone sul fondo. Poi la vedova che singhiozza disperatamente, compie sette, otto giri attorno alla bara, sorretta da due parenti. E la sola nota umana e toccante nella cerimonia: Un cane legato ad un albero lì vicino latra

  • urla continuamente.

Il corteo s' incammina svelto, per la campagna, nell' aria bigia e piovigginosa, coi lama in testa, seguiti dal feretro, portato a spalle da quattro uomini, e dai famigliari, ad eccezione però delle donne, che sono rientrate nella casa. In una valletta vicina è il forno crematorio. Un uomo vi entra ; si distende una tela per togliere agli astanti la vista della salma che viene tolta dal catafalco e deposta nel forno. Poi il telo viene disteso sull' apertura del pozzetto, tenutovi con qualche pietra. Lì accanto si sono disposti i tavolini cogli amminicoli sacri e le offerte, e dietro essi sono accoccolati i monaci, che seguitano a salmodiare, mentre i parenti e gli amici che hanno scortato il feretro compiono qualche giro attorno al forno, pregando e prostrandosi ripetutamente. Poi se ne vanno tutti. Restano solo i monaci, un servo

  • due uomini che spaccano le legna con un' accetta e guardano a noi, che pure ci siamo fermati a distanza rispettosa, come a intrusi non desiderati.

I monaci continuano a salmodiare agitando il campanello rituale, alternandosi con pochi accordi della musica. Si mette la legna nel forno e si accende. Il velo che lo copriva è stato tolto. Una delle teste di pecora vien tagliata in pezzi ; gli aiutanti ne mettone parte in seno, nelle vesti ; il resto è buttato nel forno. I

monaci intanto svestono i paramenti e   ripiegano, rimanendo seduti. Uno di loro,
agitando sempre il campanello, prende dalle offerte votive qualche pezzetto di burro, qualche pizzicco di farina, o di grano, e li mette nel piatto, che il servo va a versare nel forno. Gli accoliti seguitano a spaccar legna ed a alimentare il fuoco per la macabra cucina. Un odore nauseabondo ne esce e ristagna nell' aria pesante. Due gazze sorvegliano la scena dalle rocce vicine ; alcuni corvi roteano in alto. Arriva sempre continuo, straziante, l' urlo del cane legato all' albero laggiù, vicino alla casa. Dopo un' ora ce ne andiamo, quando la cremazione non era peranco ultimata.

Giova ancora far menzione di pochi luoghi degni di nota nei dintorni di Lè. Fra i campi coltivati a monte della città è un gran mucchio di macerie che par una macìa di sassi, ed è la rovina di un antico ciorten, che doveva avere dimensioni colossali. Va sotto il nome di Trasci Teu, e conteneva 108 tabernacoli quando fu edificato sul principio del secolo XV dallo stesso re Lde che aveva fatto fabbricare la grande statua di Buddha sul Namgyal Tsemo. Il Cunningham riferisce la tradizione che il ciorten contenesse un dente di Buddha, trafugato poi dal Balti Alì Sher quando questi invase il Làdak alla fine del secolo XVI e ne fece prigioniero il re (`).

(') Questa tradizione assimilerebbe il ciorten ai più venerati stupa dell' India ; ma non è verosimile poichè esiste un esatto repertorio storico di tutti i presunti denti di Buddha che si venerano in vari