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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0472 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 472 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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398   CAPITOLO QUATTORDICESIMO

cipale del ghiacciaio, dopo aver mandato verso Nord-Ovest una propaggine nella valle Iàrcand, quella appunta che ci aveva condotto fin qui.

Ci trovavamo cioè dinanzi ad un altro caso di spartiacque indifferente, formato da un ghiacciaio che scendendo dall' alto si divideva su una sella ai nostri piedi, proseguendo la sua discesa in due versanti ; dando origine per un largo e corto ramo al fiume Iàrcand, e dall' altra parte confondendosi colla grande fiumana del Rimu dove nasce il fiume Sciàiok.

Due giorni dopo di noi, i compagni Alessio ed Abetti facevano alla loro volta una stazione topografica in questo stesso punto, e l' Antilli ritraeva il panorama E, che dimostra assai meglio di qualunque descrizione questa singolare interruzione dello spartiacque Indo-Centro Asiatico. Raggiungemmo le tende a notte fatta, avendo perduto del tempo a guadare lo Iàrcand alla sua origine, gonfiato dalla fusione pomeridiana delle nevi e dei ghiacci.

Nei due giorni seguenti ridiscendemmo la valle fino al nostro antico luogo di campo sotto il bacino lacustre, dove avevamo lasciato un deposito di provviste. Avevamo infatti deciso di continuare a discendere la valle per accertarne la direzione e per assicurarci che essa era veramente la valle dello Iàrcand.

Il 17 ed il 19 luglio facemmo altre due stazioni topografiche, su punti salienti delle catene a sinistra e a destra della valle (5409 e 5675), onde completare il rilevamento della zona già percorsa. La cima calcare sovrastante al laghetto di cui ho già parlato, di aspetto imponente sebbene di altezza relativamente modesta (6248), è il punto di riferimento più facilmente riconoscibile di tutta la regione, sia per la sua forma caratteristica di gigantesco castello, sia perchè è situata in modo, rispetto alle valli, da esser visibile da ogni lato e da grandi distanze. Si scorge anche con grande evidenza dal luogo di tappa Baltì Bransa, sulla via carovaniera a Nord del Caracorùm. Nel ritorno dalla seconda stazione, eseguita su una vetta arrotondata a destra della valle (m. 5675) mancò poco che rimanessimo tagliati via dal campo e che dovessimo passare la notte all' aperto, per l' enorme aumento vespertino del fiume. L' avevamo passato a guado il mattino senza difficoltà; ma al ritorno, già prima d' arrivare alla riva, il frastuono delle acque ci avvertì della piena. Il Wood accelerò il passo, per inviarci incontro dal campo dei portatori in aiuto. Riuscì a toccare la riva opposta dopo esser stato travolto due volte dalla corrente, non senza pericolo personale. Quando arrivai alla mia volta al fiume coi portatori recanti gli strumenti, l' oscurità era già quasi completa. Dinanzi a noi scrosciava la massa nera delle acque tumultuanti perdendosi nel buio. Temetti che aspettando oltre il guado sarebbe diventato impossibile ; onde ci disponemmo a tentare la traversata stretti tutti insieme in catena. Entrammo nell' acqua scegliendo i punti che la forma delle onde faceva supporre meno profondi, procedendo ora verso monte ora verso valle, guidati dai portatori più pratici, e immersi spesso fino alla cintola, mentre gli uomini barcollando fra i gorghi nell' immenso fragore delle acque, ripetevano ad alta voce e in coro la loro invocazione : Om Mani Padhne Hum. Come Dio volle, dopo un percorso di più