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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0396 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 396 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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342   CAPITOLO DODICESIMO

del fondo. Di là del fiume si sale sull'alto argine dello Sciàiok, costeggiando poi in salita fino a raggiungere una serie di valloncelli, formati da una piega longitudinale del terreno lungo la costa sinistra del gran vallone. Ne percorriamo il fondo, coperto per lunghi tratti di uno spesso strato di incrostazioni e di efflorescenze saline, con qualche acquitrino residuo, e costeggiamo anche la riva d'un laghetto in un piccolo bacino, accolti dallo starnazzare di un gruppo d' uccelli acquatici, scandalizzati dalla invasione di uomini fino in questo loro rimoto rifugio. Il terreno è percorso da numerosi sentieri bene battuti, che a tutta prima non ci sappiamo spiegare, fino a che ci rendiamo conto che furono tracciati dalle antilopi e dalle gazzelle. Sorprendiamo anche una lepre tibetana, che fugge velocissima tra i sassi, e ci imbattiamo ancora in uno scheletro di cavallo, vicino ad una vecchia sella iarcanda; certo i resti d'una bestia sperduta da una carovana.

Di quando in quando, attraverso le depressioni del rilievo che costeggia il solco nel quale camminiamo, la vista spazia nell'ampiissimo fondo piano del vallone, solcato dai rami d'origine dello Sciàiok, e, oltre esso, sulla bellissima catena che ne forma il fianco destro (vedi il panorama B). Per tutta la via abbiamo dinanzi, verso Ovest, il tronco meridionale del Rimu e la cerchia di monti che lo rinchiude al sommo. Traversiamo un ultimo spiano sassoso e scendiamo nel fondo della valle, dove mettiamo il campo. Qui sono state deposte le provviste che permetteranno .alla nostra carovana di mantenersi sul Rimu per oltre un mese.

Poche centinaia di metri dinanzi a noi si stende attraverso la valle per tutta la sua larghezza la fronte del ghiacciaio, come un alto maroso subitamente rappreso e congelato; una ondata di schiuma, tanto è minutamente e profondamente frastagliata e smerlettata la grande parete di ghiaccio candidissimo, che sorge ad una altezza di almeno cento metri su una breve scarpata coperta di morena. Ho detto che la porzione terminale del ghiacciaio è tagliata in due da una larga morena mediana che segna il punto di confluenza dei suoi due tronchi. Questa benda morenica si inoltra alquanto nella valle, oltre la linea della fronte, e dinanzi ad essa, a 300 m. di distanza, una roccia appiattita par giacere nel mezzo della valle (punto 4982 della carta), e può essere un buon punto di riferimento per giudicare dei cambiamenti di posizione del ghiacciaio. Dalla metà sinistra della fronte, corrispondente al tronco maggiore del ghiacciaio, escono due rami d'origine dello Sciàiok; modesti torrenti, ma gonfi d' acque vorticose, torbidissime, color piombo; 1' uno, marginale, scorre fra l' orlo del ghiacciaio e la parete della valle; 1' altro sgorga dal solco profondo fra questa parte della fronte e la morena mediana. Innumerevoli minori rigagnoletti escono di sotto al ghiacciaio, lungo tutta la fronte, ma manca la così detta porta, la galleria da cui esce il torrente bell' e formato da certi ghiacciai.

Nella escursione che avevo fatto una quindicina di giorni prima col Petigax per una ricognizione preliminare del ghiacciaio, avevamo cercato una via d' accesso sulla costa sinistra del vallone principale. Questa è rivestita nella parte inferiore da uno strato di detriti che termina con un taglio verticale, alto un centinaio di