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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0234 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 234 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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192   CAPITOLO SETTIMO

Ma l' anno dopo i Ladachi si ribellarono, ed i Sikh dovettero intraprendere una seconda campagna (1835-36). Il re per un tempo fu spodestato ; vennero smantellate le fortezze di Timosgan e di Basgo e fu costrutto il forte dogra di Lè, che è nel piano sotto alla casa del residente, quadrato, coi grossi torrioni agli angoli, identico ai forti sikh di Scardu e di Càrghil. Una terza minore spedizione militare fu ancora necessaria per domare una insurrezione dello Zànscar ; e in questa occasione fu rimesso sul trono Tsepal ; ma il tributo crebbe da 9000 a 23.000 Rupie.

Ritornato nel Giammu, Zorawar vi rimase fino al 1840, quando ritornò a Lè con un esercito, in tempo per impedire lo scoppio di una nuova rivolta, e intraprese poi la conquista del Bàltistan (1840-41), che ho raccontato nel capitolo terzo.

Questi successi inorgoglirono Zorawar al punto da fargli progettare la conquista del Tibet e sognare il sacco di Lhasa. Vi si accinse a stagione troppo inoltrata con un esercito misto di Sikh, Balti e Ladachi. I Tibetani li lasciarono invadere il loro territorio e spingersi fin sull' altipiano nei dintorni di Gartok. Qui, a oltre 4500 m. di altezza, il 10 dicembre 1841, avvenne il cozzo dei due eserciti. La battaglia durò tre giorni, fino a quando Zorawar Singh fu ucciso nella mischia, ed i Sikh, sfiniti dalla fatica e dal freddo terribile al quale non erano usati, furono subito sbaragliati, e con loro l' intiero esercito misto. Solo una piccola parte di esso pervenne a Lè ; degli altri, parte caddero nella carneficina che seguì alla rotta, gran numero furono condotti a Lhasa prigionieri, fra cui l' ultimo re indipendente di Scardu Ahmed Scià col figlio (i) ; e anche più morirono di freddo e di stenti sulla via del ritorno.

Questo fiero colpo alla potenza Sikh fece nascere nei Ladachi la speranza di poter riconquistare la loro indipendenza, coll' aiuto anche di parte delle forze tibetane vittoriose raccoltesi a Lè. Ma i Sikh, con mirabile prontezza, provvidero all' invio di un altro esercito di 7000 uomini, con due generali e con artiglierie ; e prima ancora che questo giungesse a Lè, i Tibetani avevano rivarcato la frontiera e i Ladachi erano tornati alle loro case. Il re Jigmet, succeduto a Tsepal nel frattempo, venne definitivamente spodestato ed il governo Sikh assunse la sovranità diretta e l' amministrazione di tutto il Làdak.

Il presente re è il terzo in ordine di successione dopo Jigmet. Si chiama brevemente Sodnam ; ma, come tutti i suoi predecessori, ha un nome che è di per sè solo una genealogia : — Jigmet Kungah Singhei Lundup Thinlis — Zangro Sodnam Nampar Gelvela. Ci manca il Namghial (Vittorioso), che sembrerebbe un' ironia, nella sua posizione. Ridotto alle magre rendite del feudo di Stok, il re vive tuttavia con dignità, circondato dal rispetto di tutto il popolo, non minore di quello dimostrato ai cusciok. Del resto, più d' un suo antenato è stato venerato come una incarnazione ed è probabile che nella osservanza e nei riguardi che gli sono usati c' entri l' elemento religioso. E alto di statura, magro, con una fisionomia triste e rassegnata.

(1) Vedi capitolo IV, pag. 51-52.