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0536 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 536 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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456   CAPITOLO SEDICESIMO

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  • parte dell' Oprang fino al passo Scimsciàl ('). Per render sicure le vie commerciali

  • le popolazioni dei paesi vicini, si dovette colpire la mala pianta alle radici, cioè procedere alla conquista di Hunza e di Nagar (nel 1891-92), dopo di che i due staterelli furono posti sotto il dominio effettivo del regno di Giammnu e Cashmir,

  • vissero poi sempre in pace coi vicini (2).

Qualche giorno prima di noi era arrivato a Kerghès Giangàl Giamna Prasad, per la via Aktàgh-Khàpalun, con una carovana carica delle provviste che ci abbisognavano per discendere la valle Iàrcand ed esplorare la Oprang. Il Wood si separava qui nuovamente da noi, per raggiungere a Khàpalun lo Spranger ed il Petigax,

  • compiere insieme con loro l' esplorazione dei tributari occidentali dell' alto Iàrcand, come ha narrato lo Spranger nel capitolo quattordicesimo.

Fra Khàpalun e Khergez Giangàl lo Iàrcand ha un corso straordinariamente tortuoso con una direzione generale da Sud-Est a Nord-Ovest, in certe profonde, oscure

  • strettissime gole, fra contrafforti a picco alti più centinaia di metri ed embricati ed incrociati fra di loro così da dar l' impressione, rinnovata ad ogni angolo che si contorna, che la valle sia chiusa poche centinaia di metri più in là, e che le acque del fiume, tumultuanti nello stretto spazio fra le nere roccie, debbano inabissarsi in qualche baratro. Manco male, i guadi sono frequenti, e non scevri da pericolo..

Le gole terminano poco sopra a Kherghèz Giangàl, dove la valle si apre nuovamente, e con un angolo brusco si rivolge direttamente verso Ovest, conservando poi lo stesso corso per oltre trenta chilometri. Questa porzione di valle va sotto il nome di Ràschem Darià (e). E un vallone anche più grandioso e più imponente di quello dell' Indo, nel suo corso attraverso il Bàltistan ed il Làdak, ed anche più selvaggio e del tutto deserto.

Nel fondo, in un vasto greto di sabbia e di ciottoli, serpeggia il fiume, generalmente diviso in più rami, che erodono senza posa gli orli dei canali dove scorrono,

  • si scavano nuovi letti. Sulle rive strette e terrazzate non y' è altra vegetazione all' infuori di sparsi arbusti d' una specie di tamerico, già tinti di rossiccio dall' autunno, qua e là raggruppati a formare macchie con poca e rada erba al piede. Sopra

di esse, scarpe di detriti più o meno ripide salgono a varie altezze incontro alle rupi nere di schisti e di graniti. I fianchi della valle sono tagliati da profonde tributarie, al cui sbocco si espandono vasti e alti coni di deiezione, bisecati dall' affluente, che si spingono spesso fino al fiume principale, terminando con un alto gradino a picco rôso al piede dalla corrente. Per le aperture di queste tributarie si intravedono i ghiacciai e qualche tratto delle creste nevose delle catene che fiancheggiano il val-

(') Il rimanente della via percorsa dai Cangiuti, fra Hunza e il valico Scimsciàl, fu poi esplorato nel 1892 da C. K. COCKERILL, che ne diede contezza in una recente conferenza alla Roy. Geog. Soc. (Vedi 1' articolo Byways in Hunza and Nagar, nel Vol. LX del Geog. Jour. 1922, pag. 97).

(z) Vedi la descrizione di questa campagna militare nel citato libro del KNIGHT, pag. 345 e segg. (3) Darià significa fiume (darà, valle) ; Ràschem, secondo lo YOUNGHUSBAND (op. cit., pag. 234), è una corruzione di Rastkam, che significherebbe miniera.