国立情報学研究所 - ディジタル・シルクロード・プロジェクト
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Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 | |
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1 |
ATTORNO AL CARACORUM 389
Dal terzo campo noi vedevamo una apertura nell' opposto fianco roccioso, il sinistro, delimitante il ghiacciaio. Pensammo che di lì scendesse una fronte secondaria in una valle affluente di quella del Cip-ciàk ; ed in questa persuasione concludemmo che alle Dèpsang saremmo arrivati in egual tempo tanto discendendo, per la vecchia via, la lingua principale del Rimu, quanto uscendone per quella fronte secondaria. Non potevamo essere incerti nella scelta : scegliemmo la via nuova.
E così si uscì dal ghiacciaio in una valle, la quale però, insospettatamente, non correva a SE. verso il Cip-ciàk e il nostro campo-base delle Dèpsang, ma verso N. Si cominciò a seguirla, sperando che piegasse. Ma dopo poche tappe dovemmo constatare due fatti molto differenti : che quella valle andava definitivamente verso Settentrione, e che spettava già al versante settentrionale, non già a quello meridionale, del Caracorùm, e che doveva rappresentare la prima origine dell' Jàrcand che finora era posta assai più a N. : a questa stessa conclusione erano giunti due o tre giorni prima, ma a nostra completa insaputa, anche i due compagni topografi, i quali, anziché discendere quel tratto di valle, lo avevano risalito fino ad affacciarsi al Rimu. L' altro fatto da noi constatato era questo : che i viveri, sufficienti per arrivare dal terzo campo sul ghiacciaio fino alle Dèpsang per la vecchia via o per una equivalente, scarseggiavano in modo minaccioso grazie alla interessante scoperta topografica fatta.
Ci mettemmo quindi alla impellente ricerca di un passaggio verso S. : frattanto, è bene non dimenticarlo mai, — seguitava il rilievo itinerario, la raccolta di roccie e di piante, la osservazione dei caratteri morfologici e dei ghiacciai presso ai quali ci portava il nostro cammino ; trovammo anche nuove e ricche faune fossili.
Trovammo finalmente il passaggio, che ci condusse in una valle, nella quale una larga traccia riconoscemmo facilmente per la carovaniera del Caracorùm. Ma eravamo a più di due tappe a Settentrione del valico, e il tempo si mise a neve, e la stanchezza in noi tutti era assai grande. Si era razionati, e le razioni erano veramente miserabili ; nè potevamo trovar compenso nella abbondanza di alimenti dei giorni precedenti : ho già spiegato come avessimo semplicizzato nelle provviste, per aumentare il nostro raggio d' azione.
Comunque, passammo il valico del Caracorùm e ci portammo una tappa più in là verso le Dèpsang. Ma qui si era alla fine delle provviste ed assai prossimi alla fine anche delle nostre forze fisiche : ciò che pertanto non sarebbe bastato a metterci di umore nero. Ma nel giorno e nella notte cadde una nevicata straordinaria, e la mattina, quando ci affacciammo fuori della piccola « Whymper » mezza sformata sotto il peso della neve, vi era una nebbia densa e fitta che toglieva ogni visuale. Allora, sì, veramente, mi parve che il nostro arrivo alle Dèpsang fosse una specie di problema di risoluzione difficile.
Ma le situazioni più impensate hanno spesso buon fine. E così la nostra : ci raggiunse una grande carovana di mercanti jarcandi, che trasportava a Le le sue stoffe
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